Accordo tra Museo delle Spartenze e Bellunesi nel mondo

Sabato 27 ottobre a Villafrati è stato siglato il protocollo di intesa per un patto di collaborazione tra Oscar De Bona, presidente dell'associazione "Bellunesi nel mondo" e il sindaco del comune di Villafrati, Francesco Agnello. Erano presente il prof. Giuseppe Sommario, direttore del Piccolo festival delle Spartenze di Paludi (Cosenza), Marcello Saija, direttore della "Rete dei Musei siciliani dell'emigrazione", Santo Lombino, direttore scientifico del "Museo delle Spartenze dell'area di Rocca Busambra". Il gemellaggio prevede la condivisione di percorsi formativi e didattici, scambio di esperienze e di materiali, cooperazione nelle attività espositive. Alla cerimonia è seguito lo spettacolo musicale "Mamma mia dammi cento lire" dell'associazione culturale "Prespettive Mezzojuso".

“Cu tia avissi avutu furtezza e casteddu” di Millie Galante

Nell’ambito della rassegna “Ottobre, andiamo. E’ tempo di migrare”, domenica 14 ottobre 2018, alle ore 16.30 presso il "Museo delle Spartenze dell'area di Rocca Busambra" con sede in corso San Marco a Villafrati, avrà luogo la presentazione del libro “Cu tia avissi avutu furtezza e casteddu” di Camela “Millie” Galante, seconda edizione trilingue.
Intervengono: Hildegard Nimke Pleva, pronipote dell’autrice e curatrice del volume, Nicola Grato, poeta e docente, Antonino Lodovisi, assessore alla cultura del Comune di Villafrati, Flavia Schiavo, docente presso l’ Università di Palermo, Marcella Croce, scrittrice, Elio Di Piazza docente presso l’ Università di Palermo, Santo Lombino direttore scientifico del Museo. A seguire, la proiezione del cortometraggio: “Meet Frank” di Paolo Paparcuri. Organizzano il Museo delle Spartenze, il Comune di Villafrati, il Teatro del Baglio.
Carmela Galante nacque nel 1910 a Castellammare del Golfo da Gaspare e da Giuseppa Greco.
La madre morì poche settimane dopo il parto, mentre il padre, in seguito alla fine della sua piccola flotta navale, si tolse la vita lasciando quattro figli.
Nel 1920 la sorella Rosalia sposò un giovane, Francesco Milazzo, già emigrato negli Stati Uniti, dove i due decisero di tornare, portando con loro Carmela, che aveva allora 11 anni. Quando arrivarono all’isola di Ellis Island, lei dovette rimanere da sola due settimane nei dormitori freddi e bui: il cognato doveva dimostrare di avere risorse economiche per mantenerla. I tre si stabilirono a New York dove a quindici anni, Carmela, detta Millie, si impiegò in un’azienda tessile, dove lavorava anche quindici ore al giorno cucendo capi di vestiario.
Negli anni Venti Millie sposa Vincenzo Costa, anche lui originario di Castellamare e accudisce la famiglia della sorella, morta nel 1930.
Negli anni ‘40 ottenne un posto di lavoro nell’atelier di Nettie Rosenstein, sarta d’alta moda che produceva pezzi unici per clienti importanti, come Mamie Eisenhower, moglie del presidente U.S.A.
Colpita da un tumore, Millie subisce diversi interventi chirurgici ed è sottoposta a cure radioterapiche che la stancano e la indeboliscono. Ha seri problemi agli occhi e soffre di dolori, vertigini e nausea. Nel gennaio 1964 scrive quaranta poesie in siciliano, in cui si riportano alla memoria i luoghi dell’infanzia (rivisitati in un viaggio in Sicilia del 1958): il castello del suo paese natale e le località di Marinella, Guidaloca, Scopello  e Fraginesi, oltre che Mondello e Monte Pellegrino a Palermo. Millie racconta la vicenda del suo primo impatto con l’America, rende esplicito il suo ritorno alla fede cattolica, dialoga a distanza con la madre che non ha mai conosciuto.
Trasferitasi col marito da Brooklyn a Scottsdale, Arizona, si spense nel 1968.
Le poesie, conservate da Hildegard Nimke Pleva, nipote della sorella Rosalia, furono pubblicate nel 2011 nel libretto “Cu tia avissi avutu furtezza e casteddu”e vengono adesso ripubblicate in edizione ampliata. s.l.

Il presidente Sergio Mattarella ricorda i migranti italiani

ROMA- Dopo aver accompagnatol'approvazione del decreto sicurezzacon una lettera in cui invita al rispetto della Costituzione, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda i migranti italiani. E lo fa in un videomessaggio in occasione della prima puntata della trasmissione quotidiana "L'Italia con noi", dedicata agli italiani all'estero, in onda da oggi sul canale Rai Italia e in streaming su Rai Play.
"Sono tanti. In circa cento anni, tra il 1876 e il 1975, sono emigrati dall'Italia quasi 26 milioni di italiani. Si tratta davvero di una nazione fuori dalla nazione. Parliamo dei figli lontani, ai quali dalla madre Patria si guarda con ammirazione e con affetto particolari".
"Per chi vive in Italia è sempre motivo di orgoglio sapere che le comunità di origine italiana si sono guadagnate, nel tempo, rispetto, stima, considerazione e simpatia per l'impegno dimostrato nel Paese che li ospita, in tanti campi", aggiunge il capo dello Stato. "Questi successi, naturalmente, non possono far smarrire il ricordo di storie di sofferenza e di privazioni, affrontate con determinazione e con coraggio dai tanti migranti che partirono verso un destino ignoto per porre le basi di una condizione di vita nuova e solida, che non gli era possibile in Patria".
"L'emigrazione italiana ha spesso dimostrato di saper dare un'impronta determinante nei Paesi di approdo, in termini di idee, di energia, di creatività: dalla politica, all'economia, dalla cultura, all'arte. E le comunità italiane - conclude Mattarella - vanno particolarmente ringraziate per la cura con cui si occupano anche di tenere vive, in ogni parte del mondo, la cultura e la lingua italiana".
"la Repubblica", 8 ottobre 2018