I pacchi dono dall'America dell'immediato dopoguerra

I bombardamenti Americani nel 1943 erano stati devastanti per la città di Palermo. Molti dei residenti, preavvisati dalle sirene, per interminabili giorni avevano trovato rifugio nei vari ricoveri allestiti in centro. Altri, per scampare al pericolo, si erano nascosti nelle grotte dietro la chiesa San Ciro di Maredolce.  Indubbiamente, le conseguenze economiche della guerra sono state molto sentite dalla nostra popolazione: famiglie numerose, che già in passato avevano stentato a tirare avanti, adesso soccombevano alla più crudelle miseria per mancanza di lavoro, di cibo e di vestiario. L'emigrazione italiana nelle Americhe, che era stata di cospicue dimensioni a partire dalla seconda metà dell'Ottocento fino ai primi decenni del Novecento, quasi si era esaurita nel ventennio fascista, ma ebbe una notevole ripresa subito dopo la Seconda guerra mondiale. Infatti, proprio in quel periodo, diversi capofamiglia lasciaronono la nostra terra ed emigrarono verso luoghi lontani, dove più facilmente potevano trovare sostentamento. Chi restava e poteva coltivare un orticello riusciva a sfamarsi con quel poco che la terra produceva e veniva perfino invidiato dagli abitanti del capoluogo, che cercavano di spostarsi nei paesi della provincia alla ricerca di un parente o conoscente, nella speranza di racimolare qualcosa da portare a casa per i propri cari. Erano tempi duri, trascorsi a sperare per una rapida ripresa economica. Chi aveva un parente in America, a volte, riceveva un pacco inviato da chi conosceva la situazione di crisi italiana consapevoli dell'aiuto che potevano dare ai loro congiunti, anche con un piccolo dono. Era facile negli Stati Uniti ottenere vestiario vario a buon prezzo. A New York, per esempio, esisteva un quartiere  nella bassa cittá del lato est, conosciuto come Orchad street, dove nelle bancarelle del mercato all'aperto gestito dagli ebrei si trovava un po’ di tutto, con la possibilità di mercanteggiare sul prezzo. Ricordo che a mia zia Rosaria, che viveva a Marineo, una volta dall'America ricevette un pacco come tanti che ne arrivavano in paese. Con trepidazione ne svuotò il contenuto apprezzando ogni capo di vestiario. Ad un certo punto si trovò fra le mani un indumento misterioso, a lei assolutamente sconosciuto: dopo averlo girato, rigirato ed esaminato per alcuni interminabili minuti, di colpo si rese conto della sua utilità. Così, tagliò il laccio che univa le due parti (del reggiseno) per ricavarne due... "coppole": una per mio cugino Vincenzo e l'altra per suo fratello Totó. Ciro Guastella

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