La traversata transoceanica 1880-1915
"Figuratevi cinquecento persone ammassate in uno spazio di altrettanto metri cubi d'aria, con una ventilazione insufficiente in condizioni normali, più insufficiente allora, perchè gli hoblots a murata del corridoio inferiore erano rasenti alla linea d'acqua e gli altri con il mare agitato non si potevano aprire... E' il soverchio ammassamento, che fa dei piroscafi nazionali non trasporti di passeggeri, ma trasporti di carne umana. L'uomo viene considerato merce che va nella stiva diligentemente, fin nelle ultime frazioni di metro cubo, che la stazzatura rende disponibile a bordo; che poi la merce così trasportata presenti qualche avaria poco importa". Con questa frase il Conte Ferruccio Macola, in viaggio verso il Brasile sul piroscafo Washington, ci descrive le terribili condizioni in cui versavano gli emigranti sui bastimenti verso il Nuovo Mondo. Il viaggio in nave durava circa un mese. I passeggeri, dopo esser saliti a bordo, dovevano affrontare una traversata molto dura, piena di disagi e sofferenze: c’era il pericolo di naufragio o di ammalarsi di una malattia contagiosa a causa dell’affollamento e della sporcizia.Oltre al trauma e alle sofferenze del distacco dalla loro terra, dovevano affrontare un viaggio lungo e non privo di disagi. I migranti venivano stivati in terza classe, in condizioni miserevoli, prive d’igiene e in luoghi dove non era consentita alcuna privacy. I pasti venivano distribuiti negli spazi comuni di ciascun compartimento per gruppi di sei persone, una delle quali a turno è incaricata del ritiro delle vivande dalla cucina: “Accovacciati sulla coperta, presso le scale, con i piatti tra le gambe, e il pezzo di pane tra i piedi, i nostri emigranti mangiavano il loro pasto come i poveretti alle porte dei conventi. E’ un avvilimento dal lato morale e un pericolo da quello igienico, perché ognuno può immaginarsi che cosa sia una coperta di piroscafo sballottato dal mare sul quale si rovesciano tutte le immondizie volontarie ed involontarie di quella popolazione viaggiante”. I dormitori degli emigrati erano ambienti stretti, sporchi, privi di luce e aria. Nel primo decennio del Novecento, accadeva ancora che, per speculare sui flussi migratori, le compagnie adibissero le stive dei bastimenti a dormitori. Inoltre le compagnie di navigazione non differenziavano la tipologia delle loro navi e le adibivano sia al trasporto di merci che di uomini. In questi luoghi era frequente l'insorgere di malattie ed epidemie. Nei primi anni del ‘900 per il trasporto degli emigrati venivano ancora usati vecchi piroscafi privi di essenziali requisiti di sicurezza e di igiene. Quando cominciano a essere attivati i dispostivi di tutela previsti dalla legge del 1901 sul trasporto per il mare degli emigrati, avviene un progressivo ammodernamento delle flotte usate per il loro trasporto. Questa legge istituiva ispettorati di emigrazione in ciascun porto d’imbarco e commissari viaggianti da scegliere tra gli ufficiali medici della Marina. Il compito di questi commissari consisteva nell’accertarsi che le navi possedessero tutti i requisiti di sicurezza e igiene e inoltre dovevano essere i garanti della salute degli emigranti imbarcati. Sono state però soprattutto le restrizioni messe in atto dagli Stai Uniti a costringere le flotte marittime a ritirare, dal trasporto degli emigrati, i vecchi piroscafi. Inoltre veniva consentito lo sbarco soo alle navi in regola con le norme sanitarie e di sicurezza. Giusi Scibetta
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