Immigrati a Misilmeri

La presenza degli stranieri è ormai a Misilmeri una realtà con cui bisogna confrontarsi quotidianamente, sia come società civile, sia come istituzioni. Il dato numerico in sé non sembra tanto significativo, se confrontato con la popolazione locale. Parliamo dell’1 % circa rispetto alla popolazione, che è di circa 20 mila abitanti . Per lo più si tratta di magrebini, in particolare provenienti dal Marocco, ma ci sono anche tunisini, qualche rumeno, qualche famiglia di cinesi che a Misilmeri gestiscono attività commerciali nel campo dell’abbigliamento, altri provenienti dall’Africa subsahariana, altri ancora dal sud est asiatico. In genere gli stranieri si occupano di vendita ambulante di vari prodotti nei “mercatini” di paese o attraverso bancarelle stabili in prossimità delle piazze. Saltuariamente alcuni trovano lavoro nell’agricoltura come raccoglitori o aiutanti nella potatura stagionale degli agrumeti o degli uliveti. Altri lavorano nelle piccole aziende artigianali presenti sul territorio, o nella molitura delle olive. Altri ancora trovano impiego nel campo edilizio, anche se si tratta di un settore sempre più in crisi. Le donne invece sono per lo più casalinghe o raramente svolgono l’attività di “badanti” presso persone anziane, o vengono chiamate per le “pulizie”. Occupazioni quasi sempre in nero, senza quindi alcuna tutela di carattere sanitario e previdenziale. Una buona parte degli immigrati usa Misilmeri come luogo di passaggio verso regioni o città italiane o europee che possono offrire maggiori opportunità. C’è quindi un flusso difficilmente quantificabile, come difficile è da quantificare la presenza clandestina che sicuramente risulta piuttosto consistente, se si considerano i numeri nazionali. Non manca qualche caso di matrimonio misto con prole. Anche a livello scolastico la presenza di alunni stranieri è piuttosto scarsa. Nella scuola media si contano otto studenti su 970 con una percentuale dello 0,82 %. Il livello culturale è medio basso, ed anche dal punto di vista economico gli stranieri vivono condizioni abbastanza critiche, anche se riescono ad affrontare le difficoltà in modo dignitoso. Ma i numeri, come si diceva prima, non restituiscono la complessità del fenomeno, se si considera che dietro ogni numero c’è una persona o un bambino/adolescente. Non si può dire infatti che gli stranieri a Misilmeri siano integrati nel tessuto sociale, soprattutto dal punto di vista delle relazioni umane, che rappresenta l’indicatore più importante per comprendere il livello di integrazione. Essi formano una specie di corpo separato rispetto alla comunità autoctona. È raro vedere un immigrato dialogare per la strada con un italiano o passeggiare con un amico italiano. Di solito formano dei gruppi, parlano tra loro, quasi sempre nella loro lingua e mantengono una distanza culturale abbastanza netta. La separazione è meno cronica a livello scolastico, dove, anche grazie all’esiguità del numero, i ragazzi stranieri riescono ad interagire con gli altri e a dialogare con i coetanei, anche se non mancano episodi di intolleranza che però sono espressione di un generale degrado dell’ambiente studentesco. Intolleranza e prevaricazione sono, infatti, atteggiamenti attuati nei confronti di chiunque manifesti una qualche forma di diversità sociale, culturale o fisica, o una semplice fragilità emotiva. Carmelo Fascella

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